Siamo noi gli artefici del nostro destino e possiamo dirigerlo dove vogliamo
Mi sono avvicinata allo yoga nel lontano 2011. Vivevo a Venezia ed ero studentessa di Lingue e Letterature straniere all’Università Cà Foscari. Non conoscevo le radici filosofiche di questa disciplina, ero attratta da ciò che proveniva dall’Oriente, forse grazie ai libri di Terzani, Hermann Hesse, alle letture su Gandhi e Dalai Lama.
Lo yoga in Italia non era ancora conosciuto tanto quanto lo è oggi. Ho iniziato a praticare Iyengar Yoga in un piccolo studio, completamente ignara di ciò che stavo sperimentando. Così senza saperlo partendo dal corpo sono arrivata alla mente, seguendo questo metodo per tutta la durata del mio percorso universitario.
Conseguita la laurea mi sono trasferita a Barcellona dove ho iniziato a lavorare in grandi aziende multinazionali, più per necessità che per passione. Nella città catalana ho continuato a praticare yoga frequentando svariati corsi, workshop e seminari. In occasione del Solstizio d’estate del 2016, mi sono recata ad un evento organizzato dal centro YogaOne ed ho conosciuto Mirian Alonso, insegnante di Yoga Prana Vinyasa Flow certificata con Shiva Rea. Riconoscendomi subito nella sua pratica fluida e dinamica ho deciso di intraprendere un percorso di formazione con lei. Nell’arco dell’anno successivo ho concluso un YTT di 200h in Vinyasa Flow. Ancora non sapevo di voler insegnare ma sentivo di voler approfondire le mie conoscenze. Si è rivelato un anno di ri-scoperta e di nuove consapevolezze.
Dopo pochi mesi, ho deciso di avvicinarmi ad una vita più in sintonia con la mia indole ed ho così lasciato il famigerato “posto fisso” per intraprendere un viaggio in Asia con un biglietto di sola andata. Salutando la zona di comfort barcellonese che tanto mi aveva donato ma dove sentivo anche un forte senso di vuoto, sono atterrata in India dove ho frequentato e concluso un altro YTT di 300h di Hatha Yoga. Più che un nuovo traguardo è stato un altro nuovo inizio, conseguita la certificazione ho infatti continuato a viaggiare da sola zaino in spalla attraverso l’India e Sud Est Asiatico. Con un Workaway sono arrivata a Kep in Cambogia, dove ho vissuto la mia prima esperienza come insegnante presso il Vagabond Temple, un centro per ritiri spirituali. Mi sono in seguito spostata in Laos con la stessa modalità ed ho insegnato in ostello a viaggiatori di passaggio. Entrambe le esperienze sono state importanti palestre per imparare ad insegnare.
Ero in Indonesia quando è arrivato il Covid e, mentre lo scenario mondiale stava cambiando, mi sono adattata a nuovi ritmi, tornando a Cesenatico, il mio paese natale.
Qui ho creato il progetto YogaFlow con Giulia, che si sviluppa attraverso eventi, condivisione e corsi di yoga a Cesenatico.
Nella mia terra d’origine ho avuto la fortuna di conoscere il maestro Andrea Farina fondatore del Centro Yoga Chandrasurya a Rimini, intraprendendo con lui un nuovo corso di formazione (S.F.I.D.Y. Rimini), decisamente più completo rispetto alla comune offerta commerciale, che si sviluppa nel corso di quattro anni sull’impronta della tradizione della S.F.I.D.Y. di Milano, storica scuola diretta da Claudio Conte, secondo la pedagogia di Nil Hahoutoff.
Continuo a viaggiare periodicamente in India, in particolare ho trascorso altri periodi in Ashram, studiando gli insegnamenti di Sivananda.
Nell’ultimo anno mi sono certificata anche come istruttrice Pilates Matwork Basic con FIF (Federazione Italiana Fitness) e come Insegnante Yoga per bambini con Yoga Planet.
Continuo a studiare e a nutrire il progetto YogaFlow con Giulia a Cesenatico con cura e passione così come questo sta nutrendo me, continuando a sentirmi un eterna studentessa e sognatrice.
Credo che il confronto con altri insegnanti e scuole sia fondamentale per la crescita personale e spirituale nonché per realizzare il significato di yoga – unione, microcosmo e macrocosmo, facendo dello yoga un vero e proprio stile di vita.
Citando le parole di Sw. Vivekananda credo che “l’uomo ideale è colui che in mezzo al più profondo silenzio sa trovare l’attività e in mezzo all’attività sa trovare il silenzio e la solitudine del deserto”.
Namaste
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